S.O.S. genitori: tempi difficili ma preziosi, quelli del Coronavirus.
Sono giorni di emergenza sanitaria, le scuole e gli asili sono chiusi e gli adulti stanno molto a casa, perché lo richiedono le norme del Governo e delle Regioni ma, soprattutto il buon senso di responsabilità. Questa esperienza può trasformarsi in una straordinaria opportunità per tutti, per i figli e per i genitori, soprattutto quando i figli sono ancora piccoli.
Molti personaggi pubblici, attraverso i mass media e i social, invitano a giocare insieme e a riproporre giochi cult come il monopoli, il lego, il karaoke, la dama….; qualche insegnante prepara e invia disegni con temi positivi e ottimistici, da far colorare ai bambini e agli adulti, e questo è giusto, anzi, sacrosanto; tuttavia, il gioco è non solo uno strumento ricco di potenzialità attraverso il quale è possibile proporre momenti di aggregazione e veicolare emozioni colorate e incoraggianti ma è, anche e soprattutto, il linguaggio simbolico con il quale trasmettere gioiosamente insegnamenti/valori fondamentali, che, spesso, nella normale ma frettolosa e complessa quotidianità, i genitori rischiano di trascurare, sottovalutando l’importanza del come trasmetterli.
Pensate, ad esempio, alla gentilezza. Avere comportamenti gentili dovrebbe essere un cardine nella progettazione pedagogica: rispettare le regole, rispettare gli altri, coltivare l’empatia e tutti i valori-pilastro del buon vivere familiare e sociale, insomma l’arte di vivere con arte, come a me piace dire, quell’arte gentile che va trasmessa ai bambini, in primo luogo a casa, dai genitori, che rappresentano modelli di riferimento insostituibili.
Oltre all’apprendimento esplicitamente attivato, che è alla base del sistema scolastico, vi è un altro tipo di apprendimento, importantissimo ai fini dell’arte della gentilezza, cioè l’apprendimento implicito/autonomo, che si attiva imparando attraverso l’osservazione e l’interazione con l’ambiente e che stimola e potenzia le risorse e i talenti individuali.
I bambini assorbono come spugne tutto ciò che i genitori propongono con il proprio esempio, all’interno del contesto casalingo familiare; è a casa che i bambini imparano l’arte di vivere con gentilezza, a comportarsi nel rispetto delle regole e degli altri, a trattare bene e ad amare qualcosa e qualcuno che “non è tuo”, e la scuola può potenziare e consolidare ciò che i genitori insegnano a casa.
I giochi da proporre possono rappresentare l’occasione propizia per promuovere la gentilezza, ora più che mai, perché i tempi lo impongono, perché è proprio nei momenti di difficoltà che ognuno è chiamato a esprimere e a realizzare il meglio di sé, l’arte dell’animo gentile, in termini di responsabilità, consapevolezza e solidarietà.
Ogni giorno, in base alle attitudini e agli stati d’animo dei figli, i genitori possono creare e proporre un gioco nuovo, divertente e stimolante, che si ispiri a un’arte di vivere e a cui può partecipare tutta la famiglia, perché è importante giocare insieme:
il gioco del curare l’igiene personale, del lavarsi e del vestirsi per le diverse occasioni;
il gioco del ripulire ciò che si sporca e di sporcare il meno possibile, rispettando gli spazi dell’altro;
il gioco del come offrire il proprio aiuto, tutte le volte che qualcuno lo chiede oppure quando si vede l’altro in difficoltà;
il gioco del mangiare con la bocca chiusa, seduti composti, gustando ogni boccone e provando a indovinare gli ingredienti;
il gioco delle piccole ma importanti attenzioni, come quella di ringraziare sempre e di chiedere le cose per favore, perché nulla è dovuto e nulla si dà per scontato, oppure di donare un sorriso, perché con piccoli gesti è possibile esprimere solidarietà;
il gioco del parlare uno alla volta e di stare in silenzio mentre l’altro parla, per sapere ascoltare e rispettare le opinioni degli altri;
il gioco di scusarsi se si fa qualcosa che può recare disturbo a qualcuno, nonché di chiedere spiegazioni a chi disturba, perché sapersi confrontare lealmente è necessario;
il gioco dell’agire con calma, senza urlare, senza correre e senza fare confusione, perché comportarsi correttamente è importante;
il gioco del cucinare insieme per preparare cibi sani, senza “schifezze”, per tutelare la propria salute e rinforzare il proprio sistema immunitario;
il gioco di fare ginnastica tutti insieme, in cui ciascuno può proporre a turno i propri esercizi spiegandone le finalità;
il gioco del saper esprimere le emozioni: vedere cartoni animati, film, leggere libri, raccontare e inventare favole e, poi, esprimere le emozioni che le immagini e i racconti hanno generato;
il gioco del travestirsi, per interpretare un personaggio, per inventare e rappresentare una storia;
il gioco del “chi comanda” a turno, per decidere come organizzare i vari momenti della giornata, con quale sequenza e con quali obiettivi.
Insomma, questi sono alcuni spunti, si lascia all’ immaginazione dei genitori l’opportunità di creare, con saggezza e allegria, momenti ludici attraverso i quali insegnare i valori del buon vivere con gentilezza.
Ovviamente, fondamentale è il buon esempio. In questo periodo di doverosa reclusione domestica, tutte le coppie, ma soprattutto quelle con figli, sono costrette a ricalibrare i propri ritmi e le proprie modalità relazionali, per misurarsi con il rischio insidioso del conflitto di coppia, causato o acuito dalla convivenza forzata. Concentrarsi sul ruolo genitoriale, creando anche momenti ludici pedagogici, rappresenta un’ottima opportunità anche per recuperare intesa e complicità, per sperimentare una maggiore e migliore condivisione dei compiti familiari, per riaccendere la voglia di giocare e la gioia di stare tutti insieme, per consolidare la maturità della coppia, alla quale viene richiesto, ora più di prima, di offrire ai propri figli modelli di comportamento adeguati.
Essere genitori è un dono meraviglioso, non sprecate questi giorni a casa, difficili ma preziosi, bensì valorizzateli, tutti insieme in famiglia, per immaginare che giochi proporre e condividere con i vostri figli, per coinvolgerli e per fare di loro persone gentili.
Questa dura realtà che stiamo vivendo, può rappresentare, per tutti noi, una grande scuola di vita, una sorta di “buon genitore simbolico”, che ci insegna a essere più uniti e solidali e offre, a ciascuno, la possibilità di stare più a contatto con se stesso, per connettersi maggiormente con la parte migliore di sé, con la propria saggia guida interiore, attraverso scelte e comportamenti di responsabile e creativo adattamento, rispettosi delle norme emanate dal Governo e, più in generale, del buon vivere e del buon senso, oltre il mero individualismo, in sintonia con una coscienza collettiva in grado di risvegliare e stimolare potenti processi virtuosi, momenti di riflessione e autoriflessione.
Ognuno è richiamato alla responsabilità individuale nei confronti della comunità nella quale vive, famigliare, ma anche sociale e lavorativa, con crescente consapevolezza e concreto rispetto per gli altri, oltre che per se stesso.
Nulla avviene per caso e, forse, l’essere umano aveva bisogno di rallentare la corsa, per ritrovarsi e dare il giusto senso alla vita, per apprezzare la normalità, per amare tutte quelle piccole cose che si davano per scontate, ma anche per rivedere tante abitudini, che si pensava potessero essere innocue.
Adesso è il tempo di adattamenti importanti, sarà una gioia riscoprirsi rinnovati e ritrovarsi, ripartiremo più forti, più maturi e migliori di prima, insieme.
Dr.ssa Beatrice Mennella